08/01/2021

I musei capitolini

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Un articolo di Lorenzo Puccetti

Roma è così. Non smetterà mai di stupirti, di toglierti il fiato ed inebriarti della sua bellezza.

Vi parlo oggi di piazza del Campidoglio, un luogo di un’enorme importanza storica oltre che artistica. Ti capita mai di trovarti in un luogo e sentire di essere in pace con l’universo? Ecco, auguro a te, lettore, di trovare e provare ciò che per me significa quella piazza carica di significato.

Come al solito, l’ingresso è contingentato, ma con la prenotazione non ho nemmeno bisogno di aspettare. Il museo gioca poco con la mia immaginazione, lasciandomi a malapena il tempo di percorrere una scalinata adornata di splendidi bassorilievi per poi immediatamente accogliermi all’interno delle sue ricchissime sale. È così che, ammirando splendidi affreschi e sculture, scopro che il museo possiede un’importanza storica fondamentale. La nascita del museo infatti è inestricabilmente legata ad un periodo in cui l’arte, più che mai prima di quel momento, fu usata come strumento propagandistico, per esaltare le virtù di chi possedeva, o aveva donato, una collezione particolarmente raffinata. Fu così che, nel 1471, papa Sisto IV decise di donare alla città la possibilità di godere di una parte della sua preziosa collezione di reperti antichi.

Ma la visita va avanti e tra appassionanti storie di miti, sculture e affreschi, scopro che non basterebbero le parole di una vita per descrivere adeguatamente un luogo di tale ricchezza. Più mi guardo intorno e più mi accorgo che il luogo in cui mi trovo tende ad infondere nel visitatore l’idea di una Roma virtuosa e raffinata, dal passato glorioso ed un lucente futuro. Emblematiche, in questo senso, sono le sculture raffiguranti la lupa che allatta Romolo e Remo (simbolo di Roma) e del leone che morde un cavallo, simbolo del virtuoso governo romano.

La seconda scultura citata si trova in un’area che merita un discorso a parte. Infatti, si trova nella famosa Esedra di Marco Aurelio, un luogo adibito a conservare la statua equestre dalla quale prende il nome. Si tratta di una struttura straordinaria per essere un moderno spazio per conservare una statua bronzea di grandi dimensioni ed allo stesso tempo essere in perfetta armonia col complesso che la circonda. La luce regna sovrana e la struttura risponde alla pesante figura di Marco Aurelio a cavallo con la sua armoniosa leggerezza. La luce, tra l’altro, è perfetta per una bella foto da pubblicare!

Non ti mentirò, lettore. Non so più dove guardare. Ovunque attorno a me c’è qualcosa da vedere, una scultura da ammirare, un dettaglio da apprezzare, una storia da scoprire. Ma io devo andare avanti, altrimenti non finisco più! Il percorso mi porta al Palazzo Nuovo, chiamato così perché di più recente costruzione rispetto al suo gemello. La sua nascita si deve all’opera di Giacomo e Carlo Rainaldi, che seguendo il progetto di Michelangelo, segnarono un cambiamento estremamente significativo per la città di Roma. La piazza, sede del Senato cittadino dal XII secolo, non era più orientata verso i Fori di età imperiale, simbolo della Roma antica e della sua potenza, ma su San Pietro, il più importante simbolo della cristianità nel mondo. Ad oggi ospita una vasta collezione di raffinatissime sculture, oltre che il cortile in cui si erge maestosa la fontana di Marforio.

La pinacoteca è molto vasta ed elegante. Contiene meravigliosi dipinti di Caravaggio e Guido Reni, che, per bellezza e ricchezza, meriterebbero una recensione a parte. Suggestivi sono i sotterranei che collegano i due palazzi speculari: la vista che questi offrono sui fori e sul Colosseo è impareggiabile.

Mi dispiace, lettore, qui si conclude la mia recensione. Avrei voluto dirti di più, ma credimi, c’è veramente tanto da vedere ai Musei Capitolini. E spero che le mie parole gli abbiano reso almeno un po’ di giustizia. Mi basterebbe convincerti a visitarli e provare le stesse emozioni che questo luogo stupendo ha trasmesso a me!